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Come scegliere i mercati esteri per il tuo export

La presentazione dello studio sul mercato scandinavo della calzature realizzato per Confindustria Macerata è stata occasione per fare un punto più in generale sulle strategie di export su nuovi mercati esteri.

Lo scorso mese di luglio è stato presentato lo studio sulle opportunità di Export in Scandinavia presso la sede di Confindustria Macerata.

Obiettivo del progetto non è stato solo consegnare una esaustiva fotografia dei mercati Nordici, ma individuare quali possono essere le opportunità per il comparto calzaturiero Maceratese e focalizzare l’attenzione soprattutto su come queste importanti opportunità di business possano essere colte e sviluppate per generare relazioni commerciali.

“Questo primo studio  ha messo in evidenza quanto i mercati scandinavi, tra i più evoluti, competitivi e performanti al mondo, non solo abbiano una particolare sensibilità verso il life-style italiano – ha affermato Rinaldo Stefanutto Business e Marketing Advisor  ma costituiscono una opportunità importante per le aziende del comparto calzaturiero maceratese in virtù delle loro stesse specifiche caratteristiche che possono corrispondere alle richieste stringenti di questi Paesi, specie in termini di sostenibilità.”

La presentazione dello studio è stata anche l’occasione per fare il punto sulle strategie di apertura dell’export verso nuovi mercati esteri.

Lo scenario che fa da sfondo è piuttosto complesso.

  1. le tensioni internazionali a Est,
  2. le difficoltà delle catene di approvvigionamento,
  3. la crisi energetica post-covid
  4. l’aumento dell’inflazione.

Tutti questi elementi stanno  evidenziando quanto i diversi comparti industriali siano particolarmente esposti e sensibili alla vulnerabilità, incertezza, complessità e ambiguità (VUCA secondo l’acronimo anglosassone).

Tutto ciò caratterizza in maniera sempre più costante il contesto competitivo internazionale e si ripercuote sul nostro mercato interno. I flussi economico-finanziari e le modalità operative incidono pesantemente sull’ organizzazione delle nostre Imprese. 

Takeaway: export verso nuovi mercati ESTERI

In un contesto sempre più caratterizzato da scenari spesso apparentemente contraddittori, questi sono i 3 pilastri che non possono mancare in un piano export strategico: 

Il know how utile per l’export

1. Fare una scelta di apertura e crescita export con l’obiettivo di introdurre elementi di riequilibrio e solidità nei piani di sviluppo e di programmazione. In questa chiave, l’identificazione dei mercati esteri obiettivo deve essere contraddistinta da una forte personalizzazione, con un progetto tagliato su misura per ciascuna Azienda.  

Il know-how disponibile e le conoscenze da implementare” – sintetizza Rinaldo Stefanutto – “vanno organizzate ed esaltate secondo un approccio sistemico delle aree R&D, produzione, comunicazione, distribuzione e post-vendita.”

compatibilità dei lifestyle del tuo prodotto e del mercato estero

2. Affrontare un piano di sviluppo in un nuovo Paese è entrare nella cultura e nello stile di vita dei suoi consumatori.

Comprendere i consumatori significa conoscere anche le loro preferenze estetiche, i comportamenti d’acquisto, i valori che li rappresentano: dati statistici, anagrafici e demografici non sono sufficienti a comprendere i canoni  estetici che guidano gli stili di vita dei consumatori e non ci permettono, se considerati singolarmente, di creare prodotti e offerte commerciali di successo, in grado di soddisfare le loro aspettative ed anticiparne le aspirazioni.”  

“Tramite l’approccio analitico/estetico”  – suggerisce Nicoletta Bonomo esperta di Retail Management “possiamo definire processi razionali, strutturati ed integrati in grado di delineare strategie di business con l’obiettivo di ottimizzare efficienza, profittabilità e sostenibilità ambientale ed economica in ogni settore merceologico”.

Intelligenza contestuale: le soft skils per affrontare i mercati esteri

3. Esporsi ad un mercato estero non è solo una opportunità di business, ma un’esperienza di crescita professionale di grande valore per imprese, lavoratori e imprenditori. Quali sono dunque le soft-skills che vanno acquisite e sviluppate per cogliere appieno tutte le opportunità di crescita competitiva derivanti da una nuova esperienza export?

“Conoscenza della business etiquette, sviluppo dell’intelligenza contestuale”consiglia Monica Fava, export specialist di Errekappa Export“unite a umiltà e flessibilità permettono alle imprese italiane di accrescere la propria competitività su tutti i mercati internazionali, a maggior ragione se i mercati esteri obiettivo sono sfidanti anche in termini di innovazione come quelli Scandinavi”.

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