Dopo i noti eventi, nel mercato russo si stanno verificando grandi cambiamenti che potrebbero essere visti come impedimenti per vendere in Russia, mentre noi siamo convinti che possano rappresentare delle opportunità importanti.
– Sono state imposte sanzioni contro il settore bancario e ciò ha causato notevoli problemi con l’invio e la ricezione dei bonifici.
– Le catene di approvvigionamento stanno vacillando e ci sono problemi con la consegna della merce.
Come fare allora per vendere in un mercato di 140 Milioni di potenziali acquirenti in queste nuove condizioni? È possibile trovare nuove opportunità e alternative di business? Come fronteggiare la concorrenza in queste difficili condizioni?
Nuovi equilibri del mercato russo
Le nuove condizioni e la situazione attuale, paradossalmente, consentono alle piccole e medie imprese italiane di aumentare significativamente le proprie esportazioni sul mercato russo.
Due anni di covid hanno cambiato in modo significativo la presenza degli attori sul mercato al dettaglio russo.
i marketplace on line
La pandemia ha messo sotto pressione l’e-commerce e nel 2020 e nel 2021 il mercato dell’on-line ha registrato una crescita significativa poiché sempre più persone hanno iniziato ad acquistare in rete. I più grandi marketplace russi sono attualmente Wildberries, Ozon, AliExpress Russia*, Yandex.Market e SberMegaMarket. Nel 2021, attraverso di essi sono stati effettuati 1.055 milioni di ordini, con un aumento del 156% rispetto al 2020. Questi marketplace occupano già più del 62% delle vendite online in Russia e si basano soprattutto sulla vendita di prodotti importati dall’occidente.
Sono stati creati potenti canali di distribuzione per i prodotti di massa con una propria logistica, un sistema di pagamento e una soglia bassa per entrare nel mercato che permettono alle aziende occidentali di esportare in Russia la propria merce.
Chi ha smesso di vendere in Russia?
Dopo gli eventi del 24/02/22, invece, i colossi della rete internazionale hanno abbandonato il mercato:
Inditex: titolare dei marchi Zara, Massimo Dutti, Bershka, Oysho, Pull & Bear, Stradivarius ha chiuso i negozi;
H&M, che possiede marchi come COS, Monki, & Other Stories e altri, ha sospeso le vendite;
ASOS, il negozio di abbigliamento e cosmetici online britannico ha smesso di vendere i suoi prodotti;
Uniqlo, uno dei maggiori produttori e rivenditori di abbigliamento giapponesi, ha temporaneamente sospeso le sue vendite in Russia;
Yoox Net-a-Porter Group, proprietario dei negozi online Mr Porter, Yoox e Net-a-Porter, ha annullato l’elaborazione degli ordini dalla Russia e la consegna;
Hermes chiuse tutte le boutique e ha lasciato la Russia;
Hugo Boss ha annunciato che chiuderà i suoi negozi e sospenderà le vendite online in Russia;
Prada ha sospeso le operazioni di vendita al dettaglio in Russia;
PVC Corp. possiede marchi come Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Warner’s – l’azienda di abbigliamento americana ha chiuso i suoi negozi e sospeso tutte le operazioni commerciali in Russia;
LVMH, Kering, Chanel e Cartier – I marchi di lusso francesi hanno sospeso le loro attività in Russia;
Swatch – il gruppo di aziende svizzere ha smesso di esportare i suoi orologi in Russia;
Adidas – uno dei maggiori produttori di abbigliamento sportivo ha temporaneamente chiuso i negozi in Russia e ha interrotto il commercio online dei suoi prodotti fino a “nuovo avviso”;
Anche Decathlon ha abbandonato il mercato;
Levi’s non ha in programma di riaprire in Russia a breve;
Estee Lauder, produttore americano di cosmetici e profumeria, ha deciso di sospendere completamente le sue vendite in Russia;
Amazon ha sospeso tutte le proprie attività nel Paese;
Victoria’s Secret, azienda americana di lingerie, ha sospeso gli ordini online e chiuso tutti i punti vendita.
La nuova economia Russa
I big hanno fatto spazio alle piccole e medie imprese nel mercato al dettaglio russo.
A causa di questa svolta degli eventi, il governo russo ha introdotto una politica di facilitazione delle importazioni per alleviare la carenza di merci importate in Russia.
Il rublo si è apprezzato notevolmente rispetto all’euro, e ha raggiunto il livello del 2015, ad oggi un euro vale circa 60 rubli.
L’ampio surplus commerciale della Russia sta costringendo il governo ad apportare cambiamenti significativi per le PMI importatrici.
Con un nuovo decreto russo, si è stabilito che il costo delle merci che possono essere importate esenti da dazio attraverso uno store online estero sale a 1000 euro e può pesare fino a 50 kg.
Dogane e frontiere
La Finlandia apre i suoi confini con la Russia e riapre una grande finestra di “commercio di frontiera”, che ha funzionato molto intensamente tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. C’è una nuova apertura per il rilascio dei visti per entrare in Finlandia.
Vengono aperti i servizi per la consegna di merci e documenti dalla Finlandia Fin Pochta e dall’Estonia ROWERCO e ogni giorno ci sono più servizi di questo tipo per facilitare altri canali di importazione alternativi.
Si ha l’impressione che la situazione commerciale cominci a somigliare vagamente ai “focosi anni 90” anni del tempo delle navette e di nuovi agenti di commercio che poi hanno saputo risolvere il problema della scarsità di merci in Russia.
Le opportunità ci sono ancora e, al di là della speranza scontata, che tutti noi abbiamo, che questa situazione abbia presto fine, nel 2022 non è pensabile alzare nuovi muri e cortine di ferro, eliminare dalla nostra vita economico-sociale intere popolazioni, nazioni e territori.
Perchè VENDERE in Russia oggi?
Sosteniamo il ruolo del dialogo, dell’ascolto e della collaborazione in ogni ambito della vita personale e lavorativa e mai come in questo momento crediamo utile un avvicinamento H2H, Human-to-Human, del singolo essere umano agli altri singoli esseri umani, senza distinzione di sesso, lingua, etnia o nazionalità. Come Esseri Umani possiamo fare la nostra parte anche nei contesti lavorativi e non assecondare divisionismi, odi e rancori che possono solo aumentare il disagio per altri esseri umani.