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Export – L’internazionalizzazione dell’eccellenza italiana

Martedi 21 Aprile 2015 abbiamo partecipato per Voi al Convegno, organizzato dalla CDR Claudio Demattè Reserch di SDA Bocconi School of Management, in collaborazione con EY, che si proponeva di analizzare e discutere i risultati di una ricerca sulle opportunità di crescita disponibili alle piccole e medie imprese italiane in contesti internazionali.

Hanno partecipato:

  • Andrea Sironi, Rettore Università Bocconi
  • Donato Iacovone, Managing Partner EY Italia, Spagna e Portogallo
  • Maurizio Dallocchio, Professore di Amministrazione, Controllo, Finanza Aziendale e Immobiliare, SDA Bocconi
  • Paolo Dellachà, CEO De Nora Group
  • Andrea Illy, Presidente Altagamma e Presidente Illycaffè
  • Andrea Paliani, Responsabile EY Advisory Services Italia, Spagna e Portogallo
  • Roberto Snaidero, Presidente FederlegnoArredo

E’ seguita una Tavola Rotonda Moderata da Gabriella Lojacono, Professore di Strategia e Imprenditorialità, SDA Bocconi
Con Andrea Bassanino, Partner EY Advisory Services; Alessandro Castellano, Amministratore Delegato Sace; Roberto Compagno, Presidente e Amministratore Delegato Slowear; Alberto D’Errico, Direttore Strategia e Sviluppo Mantero Seta; Luigi Scordamaglia, Presidente Federalimentare.
La ricerca ha indagato come le strategie di internazionalizzazione, sia in termini di Investimenti all’estero che di attività di export, rappresentino driver di crescita e quali siano le caratteristiche strutturali che condizionano la scelta delle PMI Italiane di operare all’estero.
Sono state prese in esame le aziende (PMI) più attive nei processi di internazionalizzazione, analizzando la correlazione tra età e dimensione delle aziende con il grado di internazionalizzazione, alla ricerca di percorsi virtuosi da seguire per sviluppare processi di internazionalizzazione. Si è voluto comprendere anche quali i possibili pericoli ed errori in questo percorso.
Il campione analizzato era rappresentato da Aziende omogenee per dimensioni, facenti parte della media Impresa, sono state confrontate Aziende che operano all’estero sia attraverso partecipate estere che con esportazioni dirette con Aziende che non hanno investimenti diretti all’estero.

I risultati della ricerca dimostrano che le aziende internazionalizzate e cioè con partecipate estere hanno mostrato un incremento di dimensione costante dal 2003 ad oggi, con una stabilità maggiore sia in termini di fatturato, che in termini di solidità finanziaria. Tendenzialmente le aziende internazionalizzate hanno un numero superiore di dipendenti e un reddito maggiore rispetto a quelle che non hanno partecipate estere.

Si è riscontrata una relazione positiva e significativa fra redditività e livello di internazionalizzazione, le aziende che sono più internazionalizzate hanno una redditività maggiore.
Si è riscontrata una relazione positiva e significativa anche fra redditività e costo medio dei dipendenti, più le aziende sono internazionalizzate, più il loro reddito è alto e più sono alti gli stipendi medi dei dipendenti.
Mentre si è riscontrata una relazione negativa e significativa fra internazionalizzazione e indebitamento, cioè maggiore è il grado di internazionalizzazione minore è l’indebitamento dell’azienda.

Tra le aziende internazionalizzate coloro che hanno una redditività più bassa sono le aziende che vedono i loro investimenti principali nei mercati di Asia e Est Europa mentre per contro le aziende con una redditività maggiore sono più presenti nei mercati Europei e del Nord America. Segnale questo che fa capire chiaramente che la ricerca dell’abbassamento dei costi, sia in termini produttivi, sia in termini di manodopera (come evidente anche dal rapporto redditività/stipendio medio) non porta ad aumentare la redditività.

 

In sintesi le caratteristiche salienti delle aziende a più alta redditività che hanno saputo ben orchestrare la loro strategia di internazionalizzazione sono:

  • Investimenti diretti all’estero (essere presenti nei mercati con proprie strutture e non delegare a soggetti terzi le fasi di marketing, vendita e assistenza).
  • Diversificazione dei mercati (con distinzioni in base alla complessità dei prodotti. Se sia meglio pochi mercati ben conosciuti o molti mercati ben bilanciati dipende dalla tipologia del prodotto più che da meri calcoli opportunistici).
  • Vengono premiate le aziende in cui la struttura proprietaria non è concentrata, dove la proprietà ha saputo trasformarsi da azienda familiare ad azienda manageriale in grado di delegare a personale qualificato e ben retribuito aree importanti dell’attività.
  • Ottime performance sono state evidenziate dalle aziende che pagano in media di più il proprio personale.
  • Scelta di forte attenzione per la qualità del prodotto.

Andrea Illy ha poi illustrato i punti di forza della sua esperienza sia nel comparto Altagamma sia Illy Caffè evidenziando ciò che a nostro avviso sono i punti di forza dei prodotti Italiani come il Territorio, la Storia e la Cultura che costituiscono il motore dell’esportazione dei prodotti italiani. Il prodotto (qualsiasi prodotto dal caffè, all’abito, ai trattamenti chimici) rappresenta il concentrato di Territorio, Storia e Cultura Italiana nel mondo.
In un mondo globalizzato dove si registra un costante aumento della Middle Class e una tendenza verso il consumo Estetico/Esperienziale le opportunità per il Made in Italy di qualità sono enormi e al di sopra del potenziale attuale delle nostre aziende. Infatti nel Food & Beverage per esempio, ma non solo, si registra a fronte di un costante aumento dell’esportazione anche un consistente aumento dell’Italian Sound, prodotti non originali che imitano quelli Italiani; segno questo che l’offerta del vero Made in Italy non è in grado di soddisfare la domanda e lascia campo libero al proliferare di surrogati in molti settori in cui l’Italia vanta eccellenze uniche.

Caratteristiche principali per incrementare il proprio livello di internazionalizzazione e contrastare efficacemente la concorrenza estera sono:

  • Estrema differenziazione del prodotto
  • Distribuzione selettiva e soprattutto Monomarca
  • Prodotti fatti artigianalmente con processi manuali che si tramandano di generazione in generazione.

 

Le debolezze delle Piccole Medie Imprese Italiane si riscontrano prevalentemente nei seguenti campi:

  • La conduzione familiare non managerializzata che limita lo sviluppo dell’azienda legando lo sviluppo alla potenzialità/capacità lavorativa dell’Imprenditore o del nucleo familiare.
  • Il radicato paradigma ancora difficile da scalzare dell’Impresa povera e famiglia ricca, in cui l’Imprenditore sottrae costantemente risorse all’Impresa mancando di perseguire obiettivi di lungo periodo.
  • Lo spiccato individualismo dell’Imprenditore Italiano che guarda solo alla propria azienda, raramente al proprio settore, quasi mai ad altri settori. Privandosi così della possibilità di promuovere ciò che più viene richiesto ora dal mercato e cioè l’Italian LifeStyle.

Parola d’ordine secondo Andrea Illy e condivisa da Snaidero e gli altri partecipanti al Seminario:
COOPETITION (Cooperation+Competitors) cioè la creazione di sinergie e cooperazioni tra competitors per unire le forze e creare strutture e sistemi comuni, funzionali alla promozione dei prodotti e servizi di tutti.

Fare sistema per promuovere l’Italian Lifestyle sembra essere il must della giornata, sostenuto e promosso con forza dagli interventi di Illy e Snaidero.

Interviene poi Paolo Dellachà, Ceo di De Nora, che dopo aver rapidamente percorso i passi principali dell’Azienda mostrando come joint ventures, acquisizioni e partnerships sono state la base per velocizzare negli oltre 90 anni di storia il processo di crescita, sviluppo e Internazionalizzazione.

Sottolinea tre aspetti fondamentali del successo De Nora:

  • Autorevolezza sul fronte prodotto.
  • Intelligenza Contestuale e multiculturalità, cioè capacità di adattare le proprie strategie al Paese.
  • Grande capacità di gestione dei processi di Integrazione di personale di strutture e di sistemi.
  • La tavola rotonda infine ha evidenziato quali sono le caratteristiche principali nelle aziende di successo nel processo di Internazionalizzazione:
  • Competenze di tutto il personale
  • Formazione
  • Coinvolgimento
  • Capacità di interfacciarsi con buyer di aziende molto più grosse
  • Flessibilità
  • Coopetition

Ci auguriamo una riflessione su questi temi, certi che Coopetition, Intelligenza contestuale e Business Consapevole siano i nuovi fattori chiave per una ripresa economica di ampio respiro.

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